Ciao Pino

Ciao Pino, 
in questi giorni ho parlato di te con tutti gli abitanti di Fanhe, di N’Tchangue e di Nhoma che ho incontrato e tutti ti ricordano con affetto e stima.

Pino Valsavoia

In particolare hanno ben presente, oltre al tuo lavoro, la grande umanità che ti avvicinava a loro e tutto il tempo passato nel tentativo di entrare sempre più nella loro cultura.
Tutte le ore che hai destinato al censimento dei villaggi sono state un ponte tra noi e loro, non solo quando ti trovavi in Guinea-Bissau, ma soprattutto in Italia nel tentativo di sistematizzare i dati raccolti per ridare forma ai volti, alle persone, alle relazioni tra loro e, quindi, ai sentimenti e al senso profondo della vita del villaggio. Oggi Biaia e Armindo continuano il tuo lavoro e si cimentano al computer per riordinare i dati come facevi tu.
Mi viene da pensare frequentemente al tuo immenso altruismo e ai valori profondi che ti orientavano e motivavano la tua vita. Quei valori erano la tua bussola interna, il faro che illuminava i tuoi comportamenti e che hanno determinato il tuo destino.
Frate Raxido ricordava, in questi giorni, la meraviglia degli abitanti di Fanhe quando, nel Consiglio degli Uomini Anziani, erano loro stessi a scoprire cose su di sé dalla tua bocca: a volte i nomi o l’età dei figli, ma più ancora i sentimenti e i desideri nascosti, come nel caso di Sanleite, alla quale è stato possibile rinunciare al matrimonio combinato e continuare a studiare con il tuo sostegno e grazie al tempo che hai dedicato per perorare la causa con il padre, con il fratello, con la comunità intera.
E Padre Cossa ha detto che la tua sensibilità verso i più piccoli ha oltrepassato la frontiera.
Ciò che mi tormenta maggiormente in questi giorni è il fatto che tu non sia riuscito a tornare per rivedere i luoghi e le persone che hai amato tanto. Avevamo un sogno: quello di abitare in Guinea-Bissau che era diventata la tua casa, la nostra casa. Quasi che in Italia fossi nato per caso. Ne abbiamo parlato tante volte. Ma la nostra età non ci ha permesso di realizzarlo.
E, nello stesso tempo, di non esserti stato vicino in questo passaggio doloroso. E di questo ti chiedo perdono.
Ringrazio fortemente Adriana che ha portato sulle sue spalle e nel suo cuore il peso di questa lunga traversata.
Con la tua presenza ed il tuo appoggio, come volontari dell’associazione Abala lite, abbiamo continuato il cammino da te intrapreso e per tua espressa richiesta, insieme a Guerrino, faremo in modo che Abala lite continui l’azione di promozione sociale nella terra di Guinea-Bissau che è diventata anche la nostra terra.

Caro Pino, si dice che non si muore finché qualcuno continua ad amarci. Ti amerò fino alla fine della mia vita.

Salvatore, 4 gennaio 2019

Coordinatore dei lavori in Guinea-Bissau

Salvatore Merola

Per raggiungere il villaggio di N’Tchangue, i volontari dell’associazione Abala lite devono percorrere 25 km in macchina e tutte le mattine, prima della partenza, devono caricare le attrezzature necessarie per le attività che andranno a svolgere, controllare l’efficienza della vettura – in particolare acqua, gasolio e gomme – perché durante il tragitto non ci sono stazioni di servizio né gommisti e la strada asfaltata è piena di buche. Si avanza fino a Dugal cercando di scansare sia le buche sia le altre macchine che arrivano in senso inverso e a volte si ritrovano nella nostra corsia perché anche quelle fanno gli slalom tra le buche. Lasciando la statale asfaltata, ci aspetta una strada sterrata con altre buche e dossi che si sono formati durante la stagione delle piogge.

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Progetto ACQUA a N’TCHANGUE

Nell’ottobre 2014 il Comune di Leinì, nella persona del sindaco Gabriella Leone, è stata fatta richiesta all’Autorità d’ambito torinese n. 3 di un finanziamento per realizzare nel villaggio di N’Tchangue in Guinea-Bissau un sistema idrico capace di garantire acqua potabile per la popolazione. Il progetto era inserito nell’obiettivo del Millenio delle Nazioni Unite.

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Presidente Associazione Abala lite

Giuseppe Valsavoia

Sono passati undici anni da quel Gennaio 2007: data di inizio dei primi contatti con la gente della Guinea-Bissau.
Un esordio del tutto individuale che mai avrei previsto trasformarsi nella realtà attuale.
La successiva nascita dell’Associazione Abala lite ha proiettato il gruppo di volontari, che è andato costituendosi, verso una nuova dimensione di intervento.
Siamo diventati negli anni per numero e possibilità finanziarie una piccola cosa, ma riconosciuta dalla comunità guineiana nella quale operiamo, perché si è innestata fattivamente in tutte le fasi che precedono l’individuazione delle priorità e, conseguentemente, degli obiettivi da raggiungere. Necessariamente entrambi sono discussi e concordati con la popolazione, per il successivo passaggio alla definizione dei progetti, alla cui attuazione tutti collaborano aspirando a migliorare e superare le odierne condizioni di vita.

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